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Intervista con Daniela Volta, responsabile del Progetto OpenOffice.org per il dizionario italiano dei sinonimi e dei contrari.

In concomitanza con la presentazione ufficiale del progetto per la creazione di un dizionario italiano dei sinonimi e contrari integrato in OpenOffice.org, si è voluto intrattenere un breve colloquio con Daniela Volta che ne curerà la realizzazione insieme agli studenti dell'Istituto di istruzione superiore J.M.Keynes di Castelmaggiore (Bologna) e ad altri volontari della Comunità.

OpenOffice.org: per cominciare, potresti darci qualche dettaglio in più sulla tua persona e sull'istituto per cui lavori?

Daniela Volta: Sono la responsabile dei laboratori di informatica e di tutte le attività legate alle nuove tecnologie dell'Istituto di istruzione superiore J.M.Keynes di Castelmaggiore (Bologna). La nostra scuola comprende diversi indirizzi di studio: liceo scientifico, istituto commerciale, geometri, istituto professionale. Sono un'insegnate di lettere, insegno italiano e latino nella sezione liceo; il mio interesse per l'informatica è abbastanza recente e indirizzato soprattutto alla didattica, alle possibilità di innovazione e sperimentazione che gli strumenti informatici offrono a chi svolge il lavoro di insegnante.

Nella nostra scuola abbiamo uno staff di tecnici che hanno costruito, gestiscono e continuano a sviluppare la nostra rete (utilizzando fin da suo nascere alla fine degli anni 90 il sistema operativo Linux per i server), coi numerosi strumenti e servizi. Sui client (più di 100) nella sede centrale e una cinquantina nella sezione staccata il sistema operativo è invece Window 98, ma da qualche tempo su circa 40 computer abbiamo configurato un dual boot, per consentire agli utenti che lo desiderano di utilizzare anche Linux sulla postazione di lavoro.

OOo: In che modo il vostro istituto si è avvicinato al Software Libero e in particolare a OpenOffice.org?

DV: Per i server e i servizi offerti dalla rete al Keynes da sempre ci si è affidati al software libero, perché più flessibile e stabile; proprio questa scelta ci ha consentito di costruire una struttura che risponde alle nostre esigenze, sviluppando soluzioni personalizzate. Ma ciò che caratterizza l'istituto Keynes è stata la progressiva eliminazione dal lavoro didattico di pacchetti applicativi proprietari, un percorso che abbiamo iniziato non senza difficoltà e resistenze da circa 4 anni. Nei computer destinati agli insegnanti e in quattro dei sei laboratori dove gli alunni svolgono l'attività quotidiana si lavora col free software anche se nella versione per Windows: OpenOffice.org (foglio di scrittura, foglio elettronico, presentazione, programma per il disegno), Mozilla (navigazione, costruzione di ipertesti e pagine web), Gimp (trattamento delle immagini). In aggiunta, c'è il software per la posta elettronica ospitata dal server della scuola ( Squirrel) e per le classi che fanno programmazione il programma free Pascal.

OOo: Quali vantaggi dal punto di vista didattico avete avuto utilizzando OpenOffice.org?

DV: Utilizzare nel lavoro quotidiano software alternativi a quelli proposti dal mercato e liberi è particolarmente congeniale a chi si propone di educare gli studenti all'utilizzo del computer come strumento di studio e di lavoro. Per cominciare, è possibile fornire agli allievi i programmi perché possano continuare a casa autonomamente gli esercizi e il lavoro impostato in classe, senza imporre alle famiglie di accollarsi alcuna spesa o, il che è anche peggio, indurre alla pratica della copia illegale.

Ritengo inoltre che, se la scuola deve compiere un percorso di educazione alle tecnologie informatiche, debba evitare che ciò si traduca nell'addestramento all'utilizzo di determinati pacchetti applicativi. Piuttosto deve sviluppare negli studenti la consapevolezza che lavorare al computer significa saper operare a prescindere dai programmi che vi si trovano installati, con la competenza di chi sa che esistono molteplici alternative valide ai costosi software proprietari, prodotti che vengono continuamente perfezionati e aggiornati e che si possono avere liberamente e gratuitamente. I nostri studenti grazie al software libero sono in grado di confrontare le prestazioni dei diversi programmi, sono informati sulle problematiche legate ai diversi formati dei documenti ed hanno sviluppato un approccio più critico e consapevole all'utilizzo del computer come strumento di lavoro.

OOo: L'adattamento degli studenti a OpenOffice.org è stato indolore?

DV: Nel nostro lavoro quotidiano verifichiamo che gli studenti non hanno nessun problema a lavorare con programmi diversi da quelli proprietari a cui erano abituati: i ragazzi sono molto aperti alle novità e apprendono molto in fretta. Le maggiori resistenze vengono piuttosto dagli adulti, insegnanti e personale, che effettivamente si mostrano più refrattari a cambiare abitudini faticosamente acquisite e magari si trovano in difficoltà se non trovano la schermata a cui sono abituati; non parliamo poi dei problemi relativi ai diversi formati dei documenti, concetto quasi impossibile da far comprendere a chi è abituato a lavorare sempre con lo stesso programma.

OOo: Il passaggio da utenti di software a suoi "creatori" come è stato recepito dagli studenti?

DV: Molti di loro si stanno rendendo conto di essere partecipi di un'esperienza nuova importante, che sono andati oltre una fruizione passiva del software. Tutto questo dà senso e consapevolezza al loro lavoro di apprendimento e di utilizzo degli strumenti.

OOo: Dal punto di vista dei docenti, contribuire a un progetto a codice sorgente aperto come OpenOffice.org apre effettivamente dei nuovi canali didattici oltre l'informatica?

DV: Certamente sì e non solo per le materie specifiche come la matematica, ma anche per discipline a torto considerate «estranee» come quelle letterarie, che possono fornire un contributo di competenze linguistiche e culturali interessanti. Mi sembra, inoltre, particolarmente significativa la possibilità di avviare attività didattiche innovative, nel nostro caso il lavoro in collaborazione con la community degli sviluppatori di software e secondo le sue modalità di collaborazione collettiva. Credo che sia un' occasione per ridare alla scuola superiore un ruolo attivo nella ricerca e nella sperimentazione, ruolo che troppo spesso la scuola dimentica o non assolve.

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